Un pensiero di Gianluca Bianchi
sul vangelo di domenica 19/03/2023 (Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38)
Parlare di cecità significa parlare di uno stato di sofferenza e di oblio che possiamo spesso applicare alla nostra fede. Il cieco soffre del suo stato, per la sua esistenza ha bisogno dell`aiuto altrui, e da solo non può superare la sua malattia.
Così la nostra fede spesso è abbandonata e messa in un angolo dalle mille sfide della vita quotidiana, perché sarebbe troppo impegnativo affrontare il mondo secondo coscienza e allora prevale la quiescenza.
Il Vangelo ci propone molte guarigioni di ciechi, con le reazioni di incredula felicità che umanamente comprendiamo benissimo.
Quando lo sconforto ci piega, arriva la guarigione dal male che ci opprime. Il cieco, come Tobia e come ogni malato che guarisce, capisce immediatamente chi ha portato la salvezza!
La Fede!
Accettando con Fede una soluzione che sembra irrealistica, avviene il miracolo!
E poco importa se i farisei giudicano severamente quanto accaduto, perché è accaduto e quando è accaduto. Se manca la fede anche le soluzioni che Gesù ci offre sembreranno impossibili.
Oggi la Parola di Dio ci propone la soluzione e la via da seguire per ritrovare la vista (la Fede).
“Tu, credi nel figlio dell’uomo?”
“E` colui che parla con te”. Ed egli disse:” Credo, Signore!”